Morgan Housel è uno dei migliori autori del mondo quando si parla di finanza personale. E il suo libro, “La Psicologia dei soldi”, è sicuramente uno dei libri più interessanti che mi sia mai capitato di leggere nel campo degli investimenti. È un libro che ho già letto 3 volte e per questo motivo ho deciso di condividere con te una sua recensione con le 5 perle che mi hanno colpito di più. Buona lettura!
L’importanza del lato soft del denaro
Per chi ci segue su Wikilix, la community di finanza personale più importante di Italia, a cui puoi iscriverti qui, questo concetto non è una novità.
Tuttavia, continua a essere l’argomento più sottovalutato da addetti ai lavori e stampa specializzata.
Tutti vogliono saperne di più sull’asset class più calda del momento, se e quando arriverà l’inflazione, qual è l’ETF migliore in assoluto.
Tutte domande legittime, ci mancherebbe.
Tuttavia, la conoscenza delle risposte corrette ha un impatto davvero basso sulla tua situazione finanziaria rispetto alla comprensione delle tue credenze relative a denaro e investimenti e di come queste condizionano le tue reazioni durante una salita o una discesa dei mercati.
Citando una frase di Housel:
“Pensiamo troppo spesso ai soldi e alla loro gestione in modi che sono troppo simili alla fisica (con regole e leggi) e non abbastanza simili alla psicologia (con emozioni e sfumature).”
Il primo passaggio chiave è quindi quello di riconoscere l’importanza delle emozioni nella corretta gestione del proprio denaro, senza essere ossessionati dalla ricerca della strategia perfetta.
La nostra esperienza ci rende ciechi a ciò che funziona davvero
Prova a scorrere qualsiasi discussione che avviene sotto un post di Facebook.
La stragrande maggioranza dei commenti si focalizzano solo su un aspetto insignificante del testo in oggetto, oppure esprimono un’opinione basata soltanto sulla propria esperienza personale.
Su Wikilix l’esempio più classico è quello dell’immobiliare.
Tutte le volte che mettiamo in guardia su quanto questo investimento sia più rischioso di quello che sembra, o del fatto che serve avere un patrimonio importante per poter diversificare correttamente con più immobili, immancabilmente arriva qualcuno che ci taccia di dire fesserie.
Perché magari conosce l’amico del cugino che, anche a Culate di sotto, è riuscito a rivendere un immobile, acquistato a un prezzo stracciato, a un 30% in più del suo valore.
Anche se fosse vero, non cambierebbe di una virgola il fatto che, in generale, gli immobili presentano diversi rischi che non sono valutati a sufficienza dai compratori, i quali fanno scelte basandosi unicamente sulla saggezza popolare del “il mattone non tradisce mai”.
Lo stesso discorso si può applicare anche ai campi strettamente finanziari.
Chi avesse cominciato ad investire su azioni singole a marzo 2020 potrebbe ritenersi un genio, visto che da allora è quasi tutto salito.
Chi avesse comprato le stesse azioni a gennaio, un po’ meno.
Addirittura Housel fa vedere come, a seconda dell’anno di nascita e del tipo di esperienze vissute da piccoli, le convinzioni su quanto sia una buona idea investire in azioni varino parecchio.
Prendere decisioni finanziarie ignorando completamente la propria esperienza personale è difficile, ma esserne almeno consapevoli può aiutare a evitare grossi errori.
L’importanza di conoscere il proprio livello di “abbastanza”
Nell’industria finanziaria c’è un attenzione ossessiva ai rendimenti, mentre spesso ci si dimentica che, come ogni gioco a cui si partecipa, non è necessario stravincere, ma basta vincere.
E la cosa bella è che il concetto di vittoria è molto personale.
Per qualcuno può essere lavorare meno e dedicare più tempo agli hobby o alla famiglia.
Per altri, avere più flessibilità.
Per altri ancora, avere una somma con cui integrare la propria pensione così da avere una vecchiaia serena.
Ognuno di questi obiettivi può essere stimato con una quantità di denaro necessaria per poterlo raggiungere.
Una volta che hai raggiunto questa somma grazie ai tuoi investimenti, nessuno ti obbliga a lasciare il tuo capitale investito.
Hai vinto la partita e puoi dedicarti a altro.
Ma se non sai quantificare quant’è il tuo “abbastanza”, rimarrai investito più a lungo, ti prenderai più rischio (inutile) e potresti pure finire per non raggiungere il tuo obiettivo.
Non ne vale la pena.
La differenza tra diventare ricchi e rimanere ricchi
Jesse Livermore è stato uno degli speculatori più leggendari che siano mai esistiti.
Ha accumulato una fortuna enorme, l’ha persa e poi l’ha riguadagnata di nuovo, tra l’altro durante un periodo tostissimo per le azioni come la crisi del ‘29 in USA.
Se la storia di Livermore fosse finita qui, sarebbe stata un’avventura a lieto fine, ma purtroppo c’è un’aggiunta extra, molto più macabra.
Livermore ha perso di nuovo tutta la sua fortuna e ha deciso di suicidarsi.
Livermore ha dimostrato più e più volte di essere in grado di fare soldi, addirittura in una delle arene più competitive del mondo.
Ma la sua capacità di gestire un patrimonio importante è stata sotto la media.
Questo perché per gestire un patrimonio importante serve un livello di cautela che può sfociare nella paranoia.
Mentre per fare soldi ci sono mille modi: un lavoro, fare impresa, un’eredità, il biglietto vincente della lotteria, diverse speculazioni andate bene.
E per fare molti soldi è necessario avere un livello di ambizione e aggressività superiori alla media.
Qualità che a Livermore non sono di certo mancate, ma che non è stato in grado di controllare.
Ecco perché non ha senso seguire i consigli di investimento dei miliardari, specialmente se hanno costruito in fretta il loro patrimonio.
Non è detto che sappiano tenerselo stretto.
Il fascino seduttivo del pessimismo
Da quanto scritto sopra, può sembrare che un approccio cauto sia sempre il migliore per gestire adeguatamente i propri soldi.
Ma cauto spesso viene confuso con pessimista.
Un pessimista è convinto, a diversi livelli, che più o meno tutto sia uno schifo destinato a fallire.
E usa questo scusa come motivazione per non fare qualcosa, come ad esempio investire (anche se la scelta di non investire è davvero il peggiore investimento che tu possa fare).
I pessimisti doc non si fidano della Borsa, delle società di gestione, delle piattaforme e delle banche.
Tengono i soldi sotto il materasso, o fermi sul conto corrente.
Per convincersi di essere nel giusto, poi, citano questo o quello scandalo come ragione per non investire.
Di contro, chi è più ottimista, viene scambiato come un ingenuo amante dei film Disney, che è convinto che alla fine finisca sempre tutto bene.
L’ottimismo fa pure meno notizia.
Se guardi al mondo dei media, noterai un’attenzione morbosa a delitti, incidenti e a tutto quello che può andare storto.
Il tizio che ogni giorno va al lavoro e torna a casa sano e salvo non fa mai notizia.
Per questo è così facile essere pessimisti e dimenticarsi che, anche nelle situazioni più incasinate, vengono gettati i semi per un miglioramento della situazione.
L’ottimismo razionale (quello basato sui dati) è il modo più corretto per investire.
Certo, meno affascinante rispetto all’uccello del malaugurio che grida alla discesa dei mercati e alla fine del mondo, ma nel lungo periodo è quello che premia di più.
Perché ci fa investire (il giusto e secondo la propria tolleranza al rischio) in azioni di aziende che stanno lavorando su innovazioni che in varia misura migliorano la nostra vita.
E alla fine, di questo progresso, ne beneficiano anche gli investitori, sotto forma di aumento del prezzo delle azioni e del valore dei dividendi.
P.S. Se anche tu vuoi imparare a gestire e proteggere correttamente i tuoi soldi e i tuoi investimenti , dai un’occhiata a Lixi Plannix, il nuovissimo corso dedicato alla pianificazione finanziaria di Lixi Invest.