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Caso studio Taiwan Semiconductor: come abbiamo guadagnato il 52,17% in 4 mesi

di Matteo Cadei

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Tra lockdown, recessioni economiche, Pil in discesa, pandemia e disoccupazione in aumento, il 2020 non si sta certo rivelando un anno tranquillo. In Lixi Invest non abbiamo sicuramente ricette contro la disoccupazione, o vaccini per il coronavirus. C’è solo una cosa che possiamo fare: pre-occuparci (nel senso di occuparci prima) delle cose su cui abbiamo influenza e controllo. Questo è ciò che abbiamo fatto anche durante la prima ondata di pandemia, mentre tutti davano di matto.

 

 

Oggi voglio raccontarti una delle operazioni di maggior successo che abbiamo portato a casa, proprio durante questo periodo turbolento, all’interno della membership Lixi Tradix

Ma prima una piccola premessa.

Questo è un caso studio reale che ha portato risultati reali a persone reali. 

Tuttavia, questo non significa che:

 

  1. si ripeterà in futuro; 

  2. non ci siano state altre operazioni chiuse con minor successo o in perdita.

Ci tengo a specificarlo perché la trasparenza è sempre stata una nostra caratteristica.

Se poi pensi che una buona performance del passato possa darti indicazioni precise sul futuro, allora devi lavorare ancora un po’ sulla tua consapevolezza finanziaria (ti consiglio di riprendere in mano i nostri contenuti gratuiti).

Fatte le dovute premesse, ti lascio al caso studio.

Il caso studio: Taiwan Semiconductor

Una delle nostre ultime operazioni è stato l’acquisto di un’azienda appartenente al comparto dei semiconduttori, uno dei settori più in crescita degli ultimi anni. 

Secondo un report di PwC, si prevede che il mercato globale dei semiconduttori crescerà fino a circa 500 miliardi di dollari durante il 2020. 

Come mai tanto interesse per questo settore?

Perché i semiconduttori sono indispensabili per lo sviluppo delle attuali tecnologie e di quelle che saranno sempre più presenti nelle nostre vite: il 5G e l’Intelligenza Artificiale

Ma mentre le aziende che offrono questo tipo di tecnologie sono in competizione l’una con l’altra, il loro principale fornitore nell’ambito dei semiconduttori è uno solo: Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC)

L’azienda si trova quindi in una posizione strategica, perché, indipendentemente dall’esito della competizione tra le aziende del tech, potrà sicuramente annoverare tra i suoi clienti i vincitori di questa aspra contesa (a patto che mantenga i suoi standard di tecnologia sempre all’avanguardia).

È proprio questo il motivo che ci ha spinti a investire su questa azienda.

La dinamica è la stessa che si innescò nel diciannovesimo secolo, quando centinaia di persone si spinsero nella cosiddetta corsa all’oro.

Ad arricchirsi non fu chi investì su questa o quella miniera, ma chi investì sui produttori di pale e picconi.

Plant produttivo

La TSMC serve circa 499 clienti e ha creato più di 10.761 prodotti per varie applicazioni e diversi settori: dal mercato dei computer a quello delle comunicazioni, fino all’elettronica di consumo.

Capitalizzazione
TSMC capitalizza oggi circa 380 miliardi di dollari

I clienti dell’azienda di Taiwan sono le migliori aziende tecnologiche: Qualcomm, Altera, Broadcom, Intel, AMD, Apple, NVIDIA.

 

 

Ma cosa produce e vende in concreto?

Wafer. 

Ma non quelli da mangiare . 

In elettronica il wafer è una sottile fetta di materiale semiconduttore, come ad esempio un cristallo di silicio, sulla quale vengono realizzati dei chip.

Questi dispositivi sono i microprocessori che fanno funzionare migliaia di apparecchiature tecnologiche.

Oggi è possibile trovare i semiconduttori ovunque. 

Fanno parte della nostra vita quotidiana.

Apri il tuo telefono e troverai un chip di TSMC.

Così come nella RAM del tuo computer, o nelle lampade a LED.

La Taiwan Semiconductor è germogliata proprio negli anni ’90, con la diffusione dei primi personal computer.

Ma la più grande svolta dell’azienda è avvenuta nel 2011, quando ha iniziato a collaborare con Apple.

Apple ora rappresenta circa il 23% dell’attività di TSMC, che ha l’esclusiva nella produzione dei chip per iPhone e iPad.

TSMC controlla infatti circa la metà della produzione mondiale di chip (il 51,5% per la precisione).

Ma da dove arrivano le vendite e quindi il fatturato?

Oggi il 60% delle vendite proviene dagli Stati Uniti e un altro 20% dalla Cina.

Ma la posizione di leader nell’ecosistema del silicio la rende particolarmente sensibile ai contraccolpi delle tensioni commerciali globali.

A causa del deterioramente delle loro relazioni, Cina e Stati Uniti sono infatti determinati a isolare la propria fornitura di semiconduttori dall’attacco dell’altro. 

Il che significa ridefinire i propri rapporti con TSMC.

Ma perché la messa in sicurezza della fornitura di semiconduttori è così importante per Cina e Stati Uniti?

Perché i semiconduttori rappresentano uno dei più incisivi colli di bottiglia nel commercio tecnologico globale.

Oggi, per creare qualsiasi apparecchiatura tecnologica, serve almeno uno dei prodotti creati da Taiwan Semiconductor.

Dunque non stupisce che i numeri dell’azienda siano in costante crescita.

Ecco alcuni dati:

  • 34,63 miliardi di dollari di fatturato nel 2019;

  • 11,18 miliardi di dollari di utile netto nel 2019;

  • 272 tecnologie di processo impiegate;

  • 10.761 prodotti realizzati per 499 clienti;
  • 10,1 milioni wafer spediti;

  • 50.000 dipendenti;
  • N° 363 nella lista delle 500 migliori aziende globali;

  • Forbes l’ha inserita nel 2019 tra le 20 migliori aziende digitali del mondo.

Se non è questa economia reale! 

Ed è questo che significa investire: partecipare al processo di aziende che ogni giorno impiegano soldi e altri fattori per produrre qualcosa che tu potrai utilizzare e che ti migliorerà la vita.

La nostra operatività

A livello operativo abbiamo deciso di entrare sul titolo il 28 maggio scorso. 

I mercati azionari dopo il crollo di febbraio/marzo, a seguito della diffusione della pandemia, avevano dato prova di voler ripartire al rialzo per recuperare almeno una parte delle perdite subite. 

Dai minimi di marzo, anche il titolo di TSMC ha fatto un bel rimbalzo (primo segnale di fine correzione sul titolo), a cui è seguito un mese di maggio caratterizzato da una leggera correzione: il momento ideale per prendere posizione sul titolo

L’acquisto è stato dunque effettuato a 51,30 $.   

Una salita più impetuosa e interessante ha avuto però luogo un po’ di tempo dopo, a partire dal 2 luglio. 

Gli investitori che contano avevano infatti iniziato a comprare il titolo in vista della diffusione della trimestrale programmata per il 15 luglio

TSMC ha poi effettivamente pubblicato un ottima trimestrale: ricavi e utili si sono rivelati migliori rispetto ai dati precedenti e alle aspettative del mercato. 

Confermata quindi la bontà della salita effettuata prima della trimestrale, il titolo ha continuato a crescere ancora per qualche giorno. 

Nel frattempo l’azienda ha però perso il suo più grande cliente cinese, Huawei, e con lui la fonte del 13% delle sue entrate, a causa della guerra commerciale tra USA Cina.

Un dato così avrebbe dovuto far scendere il prezzo delle azioni, ma c’è stato un altro pezzo del puzzle che si è andato a inserire: la caduta del principale competitor.


Il 24 luglio, Intel ha infatti fatto trapelare la notizia di un forte ritardo nello sviluppo dei processori a 7 nanometri (misura di grandezza dei microchip), che non arriveranno prima del 2022

In poche parole, il ritardo sui 7 nanometri di Intel non fa che aumentare il vantaggio nella tecnologia dei microchip, più piccola e più veloce, detenuta da Taiwan Semiconductor, che, per i prossimi anni, dovrebbe essere (tecnologicamente parlando) una generazione più avanti.

Con uno dei suoi maggiori concorrenti fuorigioco, TSMC è salita di circa il 22% nelle due giornate successive.  

Relazioni complicate: Cina & Taiwan, Usa & Cina

Taiwan Seminconductor è posizionata bene all’interno del suo mercato, ma non è invulnerabile.

Il presidente di TSMC, Mark Liu, ha affermato in una recente intervista:

Il nostro lavoro si basa sul libero flusso della conoscenza e il libero flusso del commercio, che con le tensioni geopolitiche potrebbe sgretolarsi.

TSMC è infatti il più grande fornitore di chip della Cina: basti pensare agli smartphone Xiaomi, ai computer Lenovo, e ai veicoli elettrici.

Tuttavia, l’azienda si trova a operare in un contesto molto complesso, perché, tutt’oggi, le relazioni tra Taiwan, dove TSMC ha la sede, e la Cina, sono ancora caratterizzate da passate controversie.

Per questo motivo, la Cina ha accelerato la spinta verso l’autonomia per quanto riguarda la produzione del silicio, attraverso il finanziamento della China’s Semiconductor Manufacturing International Corp. (SMIC).

La SMIC, società fondata nel 2000 con il sostegno del governo, si è assicurata, nel maggio 2020, 2,5 miliardi di dollari di finanziamenti statali e ha recentemente raccolto altri 6,6 miliardi di dollari.

Ma le capacità tecnologiche della SMIC rimangono di generazioni indietro rispetto a quelle di TSMC. 

Così come le sue vendite: nel 2019, la SMIC ha avuto un fatturato di circa 3 miliardi di dollari, mentre TSMC ha venduto chip per 7 miliardi di dollari (solo considerando la Cina).

Senza un produttore di chip all’avanguardia, l’economia cinese rimane vulnerabile, e questa primavera gli Stati Uniti hanno sfruttato questa debolezza tagliando fuori Huawei da TSMC.

A inizio anno la Casa Bianca ha fatto pressione sui Paesi Alleati e sulle aziende affinché bloccassero lo sviluppo di Huawei, sostenendo che l’azienda cinese stava raccogliendo dati sensibili per condividerli con il governo cinese.

A maggio, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha emesso un regolamento che di fatto ha proibito a TSMC di vendere chip a Huawei, nel caso in cui avesse voluto continuare a fare affari con le aziende statunitensi.

E guarda caso, poco dopo, TSMC ha annunciato che avrebbe investito 12 miliardi di dollari nella costruzione di una fabbrica in Arizona.

Qualcuno vede quel nuovo impianto come una concessione volta ad ampliare la produzione di Taiwan Semiconductor negli Stati Uniti.

In quanti la pensano così non lo sappiamo, ma di sicuro a Pechino qualche idea se la sono fatta; a giugno sono infatti stati fatti volare alcuni caccia da combattimento sopra lo spazio aereo di Taiwan come sobrio promemoria della guerra commerciale che abbiamo visto negli 2019.

L’imprevedibilità di una nuova guerra commerciale tra le due superpotenze ci ha quindi portato a chiudere la posizione.

L’uscita dal portafoglio

Bisogna far correre i guadagni, ma bisogna anche saper essere razionali e capire quando le cose stanno per diventare troppo imprevedibili.

TSMC, nel mese di agosto e nelle prime settimane di settembre, ha lateralizzato fra 75 e 83 $ circa; una fase del tutto normale per smaltire la forte salita che da fine maggio aveva portato ad accumulare un +50%. 

Abbiamo quindi alzato tempestivamente il nostro Stop Profit, che è stato poi raggiunto il 17 settembre scorso in area 81 $ e che ci ha permesso di portare a casa un +52% circa di profitto (compreso anche il cambio euro/dollaro, che nel frattempo non ci è stato favorevole).      

TSMC è quindi uscita dal nostro portafoglio il 17 settembre, dopo circa 4 mesi dal nostro acquisto.

Grazie a questa operazione, un investitore che aveva deciso di investire in questa operazione 10.000€, se ne è portati a casa 15.217€.

5.217€ di profitto.

In conclusione

In un momento delicato come quello che stiamo vivendo oggi, tra rischi e incertezze sempre in agguato, è davvero gratificante riuscire a fare un’operazione così profittevole.

La maggior parte delle persone non sa come arrivare al profitto e lo disprezza, come disprezza anche il rischio.

Noi, invece, lo facciamo nostro, e siamo consapevoli del fatto che il rendimento è il premio che il mercato è disposto a riconoscere per chi si prende del rischio in modo razionale, consapevole e calcolato.

Esattamente quello che facciamo all’interno della membership Lixi Tradix, dove evitiamo i rischi evitabili, e affrontiamo quelli che ci possono portare del rendimento.

E cerchiamo il profitto dove viene prodotto, ossia nelle imprese.

Fin da quando ero ragazzo ho sempre cercato di capire la storia di ogni aziende, ed è per questo che ho scelto questa strada.

Godo quando le aziende vanno bene e godo ancora di più quando anch’io partecipo, da azionista, alle loro storie di successo.

Se anche tu vuoi sapere quali saranno le prossime aziende in cui vogliamo investire, entra oggi nella nostra membership Lixi Tradix.

di Matteo Cadei

Financial Analyst di Lixi Invest

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