L’otium come virtù
“L’ozio è il padre dei vizi”, recita la cultura popolare.
Non a caso, nel corso dei secoli, le religioni lo hanno associato a uno dei sette peccati capitali: l’accidia.
L’ozio è dunque oggi sinonimo di uno stato negativo, in cui si giace inerti, incapaci di compiere qualsiasi atto valido e significativo.
Tuttavia, il significato della parola racconta una storia diversa.
Per i latini l’otium rappresentava il tempo libero, in cui ciascuno poteva seguire le proprie inclinazioni.
Era espressione del tempo libero dal lavoro e dagli affanni, dedicato alla cura di sé e del proprio spirito.
In pratica, l’otium era una virtù.
Per Catone, ad esempio, si può essere grandi non solo nel fare ma anche nell’otium.
Questo insegnamento è stato accolto da Cicerone che confrontava il suo otium con quello di Cassio Longino, uno dei promotori della congiura che causò l’uccisione di Gaio Giulio Cesare.
Mentre questo impiegava il suo tempo libero nel leggere orazioni, Cicerone impegnava il suo otium a scriverle:
“Tu dici che, quando sei otiosus, leggi delle orazioni: allora sappi che io, quando sono in otium, le orazioni le scrivo”.
Tuttavia, il corso degli eventi ha decretato una fine spiacevole per l’otium.
Con i primi coloni, anche il protestantesimo sbarcò negli Stati Uniti, i quali, centinaia di anni dopo, hanno esportato la loro cultura incentrata sul lavoro.
Ed è qui che il valore del lavoro ha soppiantato completamente l’otium.
Dare un senso al proprio ozio
Oggi, quando non c’è niente da fare, occupiamo il nostro tempo con attività che in realtà non ci riempiono e completano realmente.
Attività che facciamo non per piacere, ma per noia.
Tipo scrollare ore e ore il feed dei vari social.
E come risultato dilaga un senso di vuoto, perché non stiamo facendo nulla di quello che, in realtà, vorremmo.
Non ci accorgiamo nemmeno di quanto tempo sprechiamo e, alla fine, ci limitiamo solo ad esistere.
Lo scrive Oscar Wilde in un saggio del 1981, “L’anima dell’uomo sotto il socialismo”:
“Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente si limita ad esistere.”
Sarebbe forse il caso di ritornare alla lezione dei classici e riconoscere che l’ozio va coltivato con EFFICACIA?
Poter vivere di rendita è un’opportunità
La nostra società è nettamente superiore rispetto a quella romana, ma dovremmo seguire il loro pensiero su come impiegare il tempo.
Secondo i romani, infatti, per far in modo che l’ozio si mostri veramente quell’elemento positivo bisogna viverlo con intelligenza e passione.
Dedicarlo ad attività che ci facciano sentire realizzati, stimati, parte di qualcosa di più grande, o attività che abbiano una missione per noi significativa.
In questo senso, il vivere di rendita, così come lo intendiamo in Lixi Invest, diventa un modo per dedicarsi all’otium e condurre così una vita più densa di significato.
Una vita in cui si può fare molto di più ciò che piace e delegare o evitare ciò che non piace.
Ora, per chi possiede già un buon capitale, e potrebbe dunque vivere di rendita (anche solo parziale) ci sono due strade da percorrere:
- continuare a perdere l’opportunità di poter fare ciò che realmente piace, utilizzando il proprio tempo per futili motivi o dietro attività che si detestano;
- oppure vivere con passione e dedicare la maggior parte del proprio tempo alle attività che si preferiscono.
Se desideri percorrere la seconda strada, e pensi che il capitale che hai già risparmiato potrebbe permettertelo (ripeto: anche solo per vivere di rendita parziale o intermittente nel caso in cui tu voglia prenderti un anno sabbatico), ti ricordo che hai tempo solo fino al 29 luglio per entrare in Rendix.
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