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La storia dell’uomo che ha sconfitto i mercati

di Luca Lixi

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Battere il mercato sistematicamente è praticamente impossibile. Simons è uno dei pochissimi al mondo che è riuscito a farlo, e in questo articolo ti racconto cosa ci insegna la sua storia.

The Man who Solved the Market è uno dei libri più attesi dell’anno in ambito finanziario. Scritto da Gregory Zuckerman, giornalista del Wall Street Journal, parla di Jim Simons, matematico e fondatore di Renaissance Technologies LLC.

Il Medallion Fund

RenTech è nota per la gestione del Medallion Fund, che con il suo 35% di rendimento medio all’anno è uno degli hedge fund di maggior successo della storia, gestito attraverso l’utilizzo di modelli matematici quantistici.

La sede di Renaissance Technology si trova in una cittadina isolata a nord di New York, East Setauket.

Sede blindatissima, con i dipendenti (principalmente fisici, astrofisici e matematici) che vivono tutti vicini in ville con parchi enormi pieni di telecamere.

Nessuno dei dipendenti ha intenzione di lasciare il suo posto o perderlo (riducendo ulteriormente conseguente rischio di fuoriuscita di notizie), visto che il fondo è riservato proprio a loro.

Simons, considerato un genio non solo in ambito finanziario, dopo gli studi al MIT iniziò la sua carriera nella Difesa USA, salvo venir congedato dopo aver espresso opinioni pacifiste sulla guerra in Vietnam.

Insegnò quindi (matematica) al MIT e ad Harvard.

Fondò RenTech nel 1982, e ad oggi è indicato come il 49° uomo più ricco al mondo con un patrimonio personale di oltre 20 miliardi di dollari.

Come tutti i grandi imprenditori e investitori, è anche un benefattore particolarmente attivo, e la sua fondazione è quella che più ha investito nel mondo per la ricerca contro l’autismo.

Sicuramente, le storie di questi grandi personaggi sono interessanti, affascinanti e ispiranti.

Come lo sono quelle di Ray Dalio, di Warren Buffett, di John Bogle e di altre centinaia di grandi investitori.

Ma ho sempre paura però che al risparmiatore e investitore privato, colui che nel corso degli anni ha messo o sta mettendo da parte quei 100-200-500mila euro, o qualche milione di euro, l’attenzione eccessiva per queste storie dei professionisti dell’investimento sia deleteria.

Leggendo quindi queste storie, c’è la possibilità di interpretarle in due modi.

Alcuni giusti, e alcuni sbagliati.

Interpretazione sbagliata:

  • Se l’ha fatto lui, posso farlo anche io

  • Se l’ha fatto lui, mi fido di chi mi dice di poter fare come lui

Interpretazione corretta:

  • Sono le eccezioni che confermano la regola (che il mercato non si può battere)

  • Sono degli IMPRENDITORI a tutti gli effetti, prima ancora che degli investitori, dei matematici o altro.

Ora, a me sinceramente fanno ridere a crepapelle coloro che vorrebbero replicare la genialità di Simons.

Tralasciando il fatto che non la conoscono, poiché la strategia di gestione quantitativa dei suoi fondi è segreta, e i suoi dipendenti firmano un Non-Disclosure Agreement strettissimo.

Come pure mi fa ridere chi vorrebbe investire (o vorrebbe convincere gli altri) come Warren Buffett, di fatto volendo replicare la sua intuizione e la sua conoscenza del mondo degli affari.

 

 

E immagino se la rida anche lui!

Overconfidence come se piovesse. Contenti loro.

Tra le interpretazioni corrette invece, una è legata al mercato.

Dati alla mano, battere il mercato nel lungo termine è di fatto impossibile.

È enormemente più conveniente allearsi al mercato imbattibile, ovvero comprare direttamente il mercato (attraverso gli appositi ETF, o fondi indicizzati).

Se ci pensi bene infatti, l’andamento del mercato non è altro che la sommatoria delle operazioni effettuate dai vari Simons, Buffett, Dalio, Swensen e così via

Imprenditori, prima di tutto

Buffett, Dalio, Bogle, Simons non hanno “inventato” un expert advisor o un trading system per fare un sacco di soldi, e poi se ne sono rimasti nella cameretta di casa di mamma a fare video idioti su YouTube.

E non hanno fatto un blog che guadagna 150 € lordi al mese grazie ai banner degli allungapene meccanici, dei certificates in leva o alle affiliazioni.

Hanno fondato delle AZIENDE.

Dipendenti, uffici, processi, imprecazioni, acquisti, perdite, sconfitte, rivincite, utili, maledizioni, fornitori, clienti, addetti vendita, contabilità, licenziamenti, regolatori, tasse, di nuovo maledizioni.

Non sono convinto che Simons sia “il matematico quant” più bravo al mondo.

E non sono neanche convinto che Buffett sia “l’analizzatore di bilanci” più bravo al mondo.

E non sono nemmeno convinto che Dalio sia “l’economista” più bravo al mondo.

Sono invece convinto che siano gli imprenditori che, ognuno nel suo specifico campo, siano stati più bravi degli altri a mettere a frutto (e in leva, grazie alle loro aziende) le loro elevate competenze professionali.

Che non gli sono piovute dal cielo.

E che non erano tali e quali ad oggi il giorno in cui hanno iniziato a capire cosa volevano fare da grandi.

Se le sono guadagnate, e le confermano giorno per giorno con un’attenzione ossessiva rivolta alla loro azienda.

(Anche quando non sono più in ruoli 100% operativi, come Dalio e Simons).

Il mercato che hanno battuto non è il mercato finanziario.

Il mercato che hanno battuto è il mercato delle imprese.

In relazione a questo, vi lascio alcune parole di Zuckerman e Ritholtz che mi hanno particolarmente colpito, e vi rimando alla recensione non appena mi capita il libro tra le mani. 

L’architetto dei geni

RITHOLTZ: L’ingrediente segreto, semmai, è stata la sua capacità di attrarre incredibili talenti da ogni tipo di università, tecnologia e scienza, non è vero?

ZUCKERMAN: Hanno molti ingredienti segreti, e sono impressionanti!

I loro collaboratori, ad esempio: sono molto più collaborativi della maggior parte delle aziende. Non provano a prevedere dove sta andando il mercato. […]
Ma tra le cose più impressionanti della società è che possono ancora reclutare quasi chiunque per qualsiasi area e ottenere superstar dal mondo accademico e da altri luoghi.

RITHOLTZ: Interessante! Una delle cose che più ho trovato interessanti del libro, e che finora non avevo considerato, è la capacità fantastica di Simons di costruire squadre.

Ha creato una grande squadra come ex direttore di una sottodivisione dell’Agenzia Nazionale per la sicurezza.

Poi, al Stony Brook, ha preso quella che era essenzialmente una scuola modesta a New York, e l’ha fatta diventare un dipartimento di matematica potente e di altissimo livello come un dipartimento composto da Nobel. E poi, alla Ren Tech, ha costruito un altro team spettacolare.
È corretto descriverlo come un “architetto” più di qualunque altra cosa?

ZUCKERMAN: Penso sia corretto. Ascolta, Simons ha i suoi difetti. Non è un individuo perfetto. Ma è impressionante nella sua abilità matematica e scientifica, e di costruzione algoritmi. Ma, ancora più importante di questo, è la sua abilità di gestire talenti. 

Qualcuno interno alla sua organizzazione mi disse:

“Greg, il suo ingrediente segreto non è quello di essere un genio. Il suo ingrediente segreto è quello di saper gestire dei geni”.

Concludo con un’ultima considerazione su Simons.

Qualcuno potrebbe essere addirittura tentato di imitarne lo stile di vita, perché reputato un uomo di successo.

Ecco, non cercato imitare Simons neppure nelle abitudini di vita, perché fuma due pacchetti di Merit al giorno.

O, poiché è arrivato a 82 anni, vuoi anche tu sfidare la sorte cercando di ripetere anche questa abitudine?

Alla tua serenità e prosperità finanziaria,

Luca

di Luca Lixi

Fondatore e CEO di Lixi Invest

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