Il primo trimestre del 2020 è stato un periodo turbolento per tutti gli strumenti finanziari. Prezzi delle azioni in caduta libera, petrolio che si è schiantato, materie prime e preziosi che hanno sofferto di convulsioni, così come i principali cambi valutari. Periodi di mercato così eccezionali (in senso negativo), mi ricordano l’importanza di un concetto che tengo sempre presente quando investo e che ho spesso ribadito all’interno del gruppo Facebook WikiLix: gli strumenti derivati con effetto leva sono un’arma di distruzione di massa. E in questo articolo voglio spiegarti il perché.
Che cosa sono gli Strumenti Derivati
Utilizzando una proporzione, potrei dire che i derivati con effetto leva stanno alla finanza come l’energia atomica sta alla scienza.
Gli strumenti derivati possono essere infatti utili per raggiungere determinati obiettivi, ma se non li usi con cautela ti portano rapidamente all’annientamento.
Con strumenti derivati si intendono tutti quegli strumenti finanziari che non hanno un valore di per sé, perché il loro valore è determinato da altri prodotti finanziari (che prendono il nome di sottostante), alla cui variazione di prezzo sono agganciati.
I sottostanti possono essere azioni, obbligazioni, indici, materie prime etc.
Tra gli strumenti derivati più conosciuti ci sono i futures, le opzioni, i certificates, ecc.
Ti faccio un esempio.
Se voglio investire sul petrolio (materia prima) non è molto pratico acquistare un barile da custodire in garage.
Possiamo invece utilizzare il future sul petrolio, lo strumento finanziario che permette di investire una certa somma di denaro che varierà in base all’andamento del prezzo del petrolio.
Se il prezzo del petrolio sale la somma investita aumenta (guadagno), se il prezzo del petrolio scende la somma investita diminuisce (perdo).
È una soluzione decisamente comoda non solo per investire sulle materie prime, ma anche su qualsiasi altra cosa abbia un prezzo e sia scambiato in Borsa.
E non è di certo questo che rende uno strumento derivato un’arma di distruzione di massa.
Anzi, è merito dell’esistenza di strumenti come questi se il mondo degli investimenti finanziari si è evoluto ed espanso ai livelli di oggi.
È invece la presenza dell’effetto leva che deve tenere alta l’allerta.
Che cos’è l’effetto leva?
Torniamo al future del petrolio.
Acquisto un future sul petrolio per una somma di 22 mila dollari, circa 20 mila euro (il petrolio è quotato in dollari).
Se il prezzo del petrolio sale dell’1%, il mio investimento di 22 mila dollari sale dell’1% (il contrario in caso di discesa del prezzo).
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Però, quando ho acquistato il future non mi è stato trattenuto sul conto l’importo di 20 mila euro (22 mila dollari), ma una cifra più piccola tipo 2000 euro (che sarebbe il 10% sul totale del sottostante), chiamato margine.
Ciò significa che con solo 2000 euro sul conto posso virtualmente investire 20 mila euro, 10 volte di più.
Ecco l’effetto leva.
Ora prevediamo uno scenario negativo, che è quello che porta molti piccoli investitori all’annientamento (ma non solo piccoli e fra poco ti spiego il perché).
Mettiamo che dal momento dell’acquisto il prezzo del petrolio crolli del 30%.
Poiché la somma spostata è di 20 mila euro, il 30% si calcola su 20 mila euro.
Quanto fa?
Facile, 6.000 euro.
6.000 euro di perdita in un colpo.
Certo, se fosse in positivo, la performance sarebbe di 6.000 euro guadagnati e se decidessi di portarli a casa, significherebbe che con 2.000 euro di margine iniziale ne avrei fatti 3 volte tanti.
Questo grazie alla leva finanziaria.
Con questo non voglio demonizzare la leva in tutto e per tutto, io la utilizzo regolarmente.
Voglio però lanciare un avvertimento: è bene calcolare il rischio/perdita che si è disposti a sopportare e farlo sulla base della cifra spostata e non sulla cifra investita (che sono diverse per gli strumenti derivati).
In un’intervista del 2018 presso la CNBC, Warren Buffett parafrasò una frase del socio in affari Charlie Munger e disse:
My partner Charlie (Munger) says there is only three ways a smart person can go broke: liquor, ladies, and leverage. Now the truth is — the first two he just added because they started with L — it’s leverage.
Tradotto:
Il mio partner Charlie dice che ci sono solo 3 modi in cui una persona intelligente può andare in bancarotta: alcool, donne e leva. Ora la verità è che le prime due le ha aggiunte solo perché iniziano con la lettera L, quindi si tratta principalmente della leva finanziaria.
I rischi della leva finanziaria
Tra i più noti utilizzatori della leva, per portare avanti determinate operazioni, vi sono gli hedge fund.
L’industria degli hedge fund vale circa 3 trilioni di dollari, cifra che da qualche anno ha superato i livelli del picco raggiunto nel suo periodo d’oro, nel lontano 2007.
Dopo la disfatta del 2008, questa industria aveva quasi dimezzato il suo valore per poi gradualmente attirare nuovi capitali e fare nuovi guadagni nel decennio d’oro dei mercati finanziari appena concluso.
Secondo i dati raccolti dall’Hedge Fund Research (aggiornati al 18 marzo 2020), quest’anno gli hedge fund si trovavano mediamente in perdita del 9%.
Certo, rimane comunque una prestazione migliore dell’indice di riferimento S&P 500, che alla stessa data aveva perso circa un quarto del suo valore.
Tuttavia, anche se la media delle perdite degli hedge fund sembra confortante, ci sono fondi che durante il primo trimestre di quest’anno hanno di sicuro avuto la peggio.
Potrà sorprendere molti sapere che uno dei fondi più duramente colpito dalle perdite è anche uno dei più grandi al mondo: sto parlando della Bridgewater Associates.
La Bridgewater Associates è capeggiata dal famoso Ray Dalio e gestisce circa 160 miliardi di dollari, soldi appartenenti a dozzine di fondi pensione e altri clienti istituzionali (come fondi, governi e banche).
Ora, Ray Dalio passerà alla storia (non in senso positivo) per la dichiarazione fatta durante il World Economic Forum a fine gennaio di quest’anno, durante la quale ha esplicitamente dichiarato che Cash is trash (la liquidità è spazzatura).
La tempistica non è stata proprio eccellente, in quanto meno di un mese dopo questa dichiarazione, i mercati finanziari hanno subito una scossa generale che non ha risparmiato nessuno e ha reso la liquidità preziosa quanto l’oro (Cash is King).
Sempre nella settimana del 18 marzo, gli 8 principali fondi gestiti dalla Bridgewater registravano perdite che variavano dal 9% al 21%.
Se uno dei più grossi fondi al mondo ha sofferto in questo modo, non sorprende il fatto che anche fondi più piccoli abbiano subito perdite pesanti.
E se qualcuno è stato preso a pugni, altri sono andati proprio al tappeto.
L’hedge fund Parplus, fondato e diretto da Jim Carney, è svanito.
Il sito web e la pagina LinkedIn di Parplus non esistono più e Carney si rifiuta di parlare in pubblico dell’azienda.
Una situazione misteriosa in cui il silenzio del manager diventa assordante per chi ha interessi in Parplus (circa 32 milioni di dollari gestiti).
Anche l’hedge fund svedese Bodenholm Capital (da 1 miliardo di dollari) ha tirato giù la serranda, restituendo quello che restava del capitale ai clienti.
Allianz Global Investors ha dovuto liquidare due dei suoi hedge fund (Structured Alpha 1000 e Structured Alpha 1000 Plus) a causa delle perdite subite (con operazioni effettuate con alcuni strumenti derivati, in questo caso opzioni).
Per concludere, anche se ad oggi i danni subiti dagli hedge fund non sono paragonabili a quelli registrati nella crisi finanziaria del 2007, è sempre bene fare attenzione.
I soldi gestiti dagli hedge fund non sono solo di appartenenza dell’élite mondiale, ma anche di lavoratori che stanno costruendo i propri fondi pensione, pensionati e famiglie.
Quindi quando scricchiolano loro, il rumore viene sentito da molti investitori.
Ti starai chiedendo perché ti sto raccontando tutto questo.
Perché, come ho già detto, gli hedge fund, come molte altre istituzioni finanziarie, sono noti per portare avanti operazioni utilizzando la leva finanziaria.
Dopotutto, dovendo investire con un rapporto uno a uno, lasciando un po’ di liquidità da parte e diversificando gli investimenti in base a differenti orizzonti temporali e a differenti gradi di rischio, senza l’utilizzo della leva forse non riuscirebbero a starci dentro.
Infatti, quando i derivati a leva vengono usati saggiamente, i guadagni si amplificano, arrivando a ottenere addirittura delle sovraperformance.
Ma quando la leva si rivolta contro, le perdite rischiano di minare le fondamenta e far crollare tutta l’impalcatura.
Molti hedge fund negli anni non si sono accorti per tempo di aver fatto il passo più lungo della gamba.
E se le istituzioni miliardarie gestite da più o meno esperti vanno a gambe all’aria, un piccolo investitore che si lascia trascinare eccessivamente dalle mirabolanti capacità degli strumenti a leva rischia l’azzeramento.
Ancora una volta, la via facile per amplificare i guadagni non esiste.
La pianta di fagioli magici che dal giorno alla notte dovrebbe spianarci la via verso il fantastico mondo dove vive la gallina dalle uova d’oro non esiste.
È sempre più facile distruggere che costruire.
Ma solo chi si impegna nel costruire con metodicità e responsabilità la propria strategia di investimento potrà raggiungere la vetta dell’appagamento e della prosperità nella propria vita finanziaria.
Esattamente come spieghiamo all’interno di Lixi Tradix, la membership riservata agli investitori che vogliono dedicare parte del loro patrimonio all’investimento in azioni singole, ci dedichiamo ogni giorno ad accurate analisi di mercato e a scrupolose ricerche sui singoli titoli azionari.
Consapevoli che nei mercati finanziari non si può sempre aver ragione.
Ma altrettanto consapevoli che con una profonda preparazione e una robusta strategia operativa si possono massimizzare le chances di portare a casa un ottimo rendimento.