Una delle prime scelte che si trova di fronte un investitore è questa: “Quanto investo? E quanti soldi lascio invece liquidi sul conto corrente?”. C’è chi ti dirà 1.000 euro, chi tutto “perché tanto i mercati vanno sempre su” e chi niente, perché “non si sa mai”. La verità, come sempre, richiede un’analisi più approfondita.
Un punto fondamentale: perché investire?
Quando ti chiedi “quanto investire?”, implicitamente devi anche decidere quanto lasciare liquido sul conto corrente, e viceversa.
Perché una domanda è funzione dell’altra.
Quindi da quale partiamo?
Da nessuna delle due.
Perché, prima di tutto, bisogna chiedersi perché investire.
Che non è affatto una domanda filosofica, ma è un punto fondamentale che andrà poi a determinare, nella pratica, la tua strategia finanziaria.
Al momento, ti do alcune risposte veloci e casuali, le prime che mi vengono in mente.
Perché investire?
Per evitare che l’inflazione eroda il nostro potere di acquisto, portandoci a comprare, domani, meno cose di quelle che possiamo comprare oggi con la stessa quantità di denaro.
Investiamo per ottenere un rendimento positivo.
Per raggiungere degli obiettivi di investimento, come per esempio un capitale per la pensione, per i figli, per fare beneficenza, ecc.
Investiamo per prendere parte al progresso economico e alla sua fetta di profitto.
E perché, invece, non dovremmo investire?
Per investire domani a prezzi più convenienti.
Per evitare di vedere il capitale oscillare e dormire più tranquilli la notte.
Per finanziare esigenze di spesa imminenti.
Ecco, queste motivazioni che ti ho elencato sono tutte lecite.
Perché sono motivazioni individuali e personali.
Tuttavia, ci sono anche delle motivazioni che non devono né sussistere né influire sulla tua decisione di investire o meno.
Per esempio, non devi investire solamente perché te l’ha detto la banca.
O perché sei chiamato a salvare la nazione investendo i tuoi soldi su fondi o strumenti italiani, come i BTP.
O perché i tassi sono a zero.
Queste sono motivazioni che non devono esistere, poiché non riguardano la tua sfera personale e la tua sicurezza e prosperità finanziaria.
Investire tutto o non investire niente?
Quando devi decidere quanti soldi investire e quanti invece tenerne liquidi, devi essere equilibrato.
Proprio in funzione delle indiscutibili motivazioni, inerenti il perché investire o non investire, che abbiamo appena visto.
Sai che cosa invece ti consiglierebbe di fare il tuo promotore o la tua banca?
Di investire tutto e subito, perché la provvigione per il venditore è calcolata sulla cifra investita, non su quella liquida, ovviamente.
Capisci bene che questa risposta è totalmente corrotta dal conflitto di interessi.
E non porterebbe a nulla di buono per te e per i tuoi soldi.
Adottare infatti un approccio all-in, ossia investire tutti i tuoi risparmi sui mercati finanziari, ma anche all-out, ossia stare completamente fuori dai mercati e quindi, di fatto, rimanere completamente liquidi, sono entrambi degli approcci perdenti.
Che cosa comporta, infatti, non investire mai nulla?
Zero guadagno e un valore reale del proprio patrimonio che si riduce anno dopo anno.
Che cosa comporta, invece, investire tutti i propri risparmi?
Comporta un rischio elevato, che potrebbe portare a perdite rovinose in caso di assenza di giusto orizzonte temporale, diversificazione corretta e generica comprensione di quello che si sta facendo.
Non solo.
Investire il denaro che serve per le emergenze o per generici acquisti che devi fare nel breve termine, è un errore.
D’altro canto, non investire il denaro che servirà per costruirti un capitale per la pensione, per i figli, o per generici obiettivi a lungo termine, è un errore.
Investire tutto, o non investire nulla, sono entrambi errori.
Ora capisci bene che tra questi due estremi, esiste un mondo di alternative possibili, che sono praticabili solamente in base alla propria situazione personale.
Da una parte devi capire che nella finanza personale e negli investimenti, devi fare le tue scelte, sia perché al giorno d’oggi non puoi più mettere la testa sotto la sabbia quando si tratta di finanza personale, sia perché, se non sarai tu a fare le tue scelte, ci sarà qualcun altro a farle al posto tuo.
Dall’altra devi essere in grado di capire ciò che a te conviene fare e non quello che conviene alla banca, al promotore, allo Stato italiano, alla BCE, o a tuo cugino.
Non esistono scelte giuste o scelte sbagliate in assoluto
Alla luce di quanto detto finora, come giudicheresti la scelta di un risparmiatore che detiene 1 milione di euro di liquidità?
Lo riterresti un povero pirla che si sta perdendo lauti guadagni?
E se ti dicessi che nei prossimi 12 mesi questo stesso risparmiatore dovrà cambiare auto, cambiare casa perché gli sono nati 2 gemelli, ricapitalizzare l’azienda, aiutare la mamma ormai non autosufficiente, pagare una cartella esattoriale ingente?
O che il nostro risparmiatore ha altri 10 milioni di euro ben investiti, e tiene 1 milione per fare futuri acquisti, o semplicemente ridurre il rischio complessivo?
Come giudicheresti la scelta di un risparmiatore che investe invece il 100% in ETF tematici e azioni singole di PMI operanti in determinati settori?
Lo riterresti un pazzo scatenato, che potrebbe rischiare un ribasso del 70% e che sicuramente venderà in perdita perché non sopporterà quella oscillazione?
Ma se ti dicessi che entro 12 mesi incasserà un’eredità di molto superiore al suo patrimonio ora investito, che oggi guadagna una cifra in proporzione molto più rilevante rispetto al suo patrimonio attuale e che ha fondato una startup valutata molto di più del suo patrimonio attuale?
Non esistono scelte giuste o scelte sbagliate in assoluto.
Esistono scelte adatte o meno adatte alla tua situazione personale.
Metti a tacere chiunque ti faccia pressione per prendere scelte che non rientrano in questo schema di pensiero.
Spero di averti offerto qualche spunto di riflessione che ti aiuti a prendere decisioni migliori per la tua finanza personale.
Che è ciò che siamo specializzati a fare in Lixi Invest.
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