John Bogle è stata una delle più importanti personalità del mondo finanziario della storia recente, ed è considerato l’ideatore del concetto di “gestione passiva”, nonché padre degli ETF con la sua società di gestione Vanguard. Un investitore con uno spiccato… buon senso.
L’uomo che cambiò Wall Street
Ad inizio 2019 è morto all’età di 89 anni John “Jack” Bogle, il fondatore di Vanguard, un maestro dell’investimento e l’ideatore del concetto di “gestione passiva”.
Vanguard, la società che ha fondato nel 1975, oggi gestisce risparmi per oltre 5 trilioni di dollari, seconda solo a BlackRock.
(Ho parlato approfonditamente proprio di Vanguard in questo articolo).
Nel corso degli anni, sempre più investitori e risparmiatori hanno sposato la sua grande idea.
Ovvero che il modo migliore per guadagnare nel lungo termine sia investire su fondi di investimento passivi e a basso costo.
Guarda questo grafico su quanto possano incidere in un investimento di lungo termine di 100.000$ dei costi di gestione attiva del 2,5% annuo su un indice come l‘S&P500 (niente di apparentemente esagerato agli occhi di un risparmiatore inesperto, dunque).
Da 1.790.000$ a 940.000$.
850.000$ in meno.
Circa il 50% di rendimento divorato da costi e commissioni varie.
A fronte di un costo di gestione passiva che sarebbe stato dello 0 virgola.
Tutta Wall Street rideva, inizialmente, quando Bogle portava avanti questa sua crociata con convinzione.
Negli ultimi anni, però, non rideva più nessuno, perché anno dopo anno i flussi di denaro verso la sua Vanguard (e verso tutti i fondi di investimento a gestione passiva e ETF) sono aumentati in modo esponenziale.
E, con ritardo, continuano ora a farlo anche in Europa, e in Italia.
(A proposito, se non lo hai già visto, ho realizzato un video-articolo in cui approfondisco rischi e opportunità di investire in ETF.)
Investire con successo è semplice buon senso?
Alcuni dei (pochissimi, a dire il vero) commenti stupidi che ricevo sul mio libro recitano più o meno così: “Il libro contiene solo regole di buon senso”
Questo tipo di commento vorrebbe far passare per banale ciò che scrivo.
Come se la complessità, le supercazzole prematurate a destra o i grandi scienziati del trading riescano realmente ad apportare qualcosa per gli investitori.
E mi rincuora che John Bogle abbia intitolato uno dei suoi libri proprio in questo modo: “Common sense on mutual funds”, o “Buon senso sui fondi comuni di investimento”.
Di questo concetto ne abbiamo parlato anche con Gian Mario Bisogno al min. 12.00 della quinta puntata del Wikilix Podcast su come seguire una buona “dieta finanziaria”.
Da quando in qua il buon senso è diventato un limite ed un problema?
Anche quando parlo di immobiliare, ribadisco sempre 4 regole fondamentali per valutare la convenienza di un acquisto immobiliare, che in fondo sono regole di buon senso.
Ray Dalio, uno dei più grandi imprenditori e investitori degli ultimi anni e fondatore di Bridgewater Associates, uno dei più importanti hedge fund del mondo, ha scritto un libro chiamato “Principles of Success” (trovi la recensione del libro a cura di Lorenzo Brigatti in questa classifica).
Che sono sicuramente principi di buon senso.
Di recente, però, ha fatto un passo in più nella sua opera di semplificazione.
Ha infatti trasformato il suo libro in una versione illustrata per tutte le età.
Ancora più semplice.
Ma te li immagini gli hater che scrivono a Dalio o Bogle “Hey, il tuo libro è solo buon senso!“?
Padroneggiare i fondamentali e conoscerli a menadito, è il modo migliore per eccellere in qualunque disciplina, compresi gli investimenti.
Warren Buffett su John Bogle
Voglio infine lasciarti una bellissima citazione di Warren Buffett su Bogle. Parole che, dette dall’investitore di maggior successo di tutti i tempi, pesano parecchio.
Se venisse mai eretta una statua per onorare la persona che ha fatto di più per gli investitori americani, la scelta cadrebbe sicuramente su Jack Bogle.
Per decenni, Jack ha invitato gli investitori a investire in fondi indicizzati.
Nella sua crociata, ha accumulato solo una piccola percentuale della ricchezza che di solito è passata ai manager che promettono grandi guadagni, ma che in realtà non danno nulla (o meno di nulla).
Nei suoi primi anni, Jack è stato spesso deriso dal settore della gestione degli investimenti.
Oggi, tuttavia, ha la soddisfazione di sapere che ha aiutato milioni di investitori a realizzare rendimenti di gran lunga migliori sui loro risparmi di quanto avrebbero altrimenti guadagnato.
È un eroe per loro, e per me.
Un ultimo saluto quindi per un uomo coraggioso.
Che stimo particolarmente non solo per la grandezza come investitore e imprenditore, ma soprattutto per la capacità di portare avanti la sua idea innovativa e coraggiosa contro tutto e tutti.
E “tutto e tutti”, quando si parla di soldi, vogliono dire le persone e aziende più ricche, potenti e influenti del mondo.
Alla tua sicurezza e prosperità finanziaria,
Luca