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Come investire durante un mercato ribassista

di Paolo Di Domenico

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Quando si investe prima o poi ci si trova ad affrontare un mercato “orso”, ovvero un mercato ribassista.

Nonostante sia un evento ineluttabile, un mercato ribassista è ciò che tutti gli investitori vorrebbero evitare ad ogni costo, pensando:

“Meglio rimanerne fuori e rientrare solo quando le acque si sono calmate”

E’ il nostro naturale istinto che ci spinge a metterci al sicuro ed evitare situazioni che comportano paura e dolore (perdere soldi può provocare un effetto simile).

Ma un investitore sa che per proteggere davvero le sue finanze e farle prosperare non può rimanere “in disparte”.

Anzi, con l’esperienza si comprende che i ribassi sono i momenti davvero cruciali, quelli in cui si decidono le sorti dei propri investimenti  

Infatti, i ribassi sono momenti che, se gestiti correttamente, ti fanno guadagnare l’equivalente di anni di mercati rialzisti. 

In che senso? 

Prima, analizziamo cosa si intende per “mercato orso” e le sue caratteristiche, per poi vedere come affrontarlo nel modo corretto.

Cosa si intende per mercato orso

La finanza ha tutto un suo gergo e molti termini arrivano dagli Usa, come è per il caso di “mercato orso” o bear market (ed il suo contrario, bull market o “mercato toro”).

Il mercato orso si identifica come un ribasso dei prezzi superiore al 20% (al contrario, il ribasso che si ferma prima del 20% è identificato come “correzione”).

Chiaramente questa percentuale deriva da una scelta puramente arbitraria, ma si è in qualche modo voluto fare una distinzione tra le pause di un trend rialzista e il capovolgimento (almeno per un certo periodo) del mercato.

Infatti, il mercato orso è accompagnato, oltre che da un ribasso dei prezzi superiore al 20%, anche da un sentiment profondamente negativo degli investitori e da prospettive economiche in declino.

In generale, un mercato orso può presentarsi in fasi di economia stagnante o recessione, scoppio di bolle finanziarie, pandemie, guerre, crisi geopolitiche e cambiamenti drastici del sistema economico globale.

So cosa stai pensando.

Oggi siamo nel bel mezzo di più di uno di questi avvenimenti.

Un mercato orso è allora imminente?

Non c’è niente di certo, non esiste automatismo per cui “se si verifica A, otteniamo B”, “Se l’economia entra in recessione, arriva un ribasso superiore al 20% dei mercati”.

Magari l’andamento del mercato si potesse prevedere così facilmente!

Ma il mercato non è affatto facile da prevedere (anzi, al limite dell’impossibile), così come non è facile comprendere appieno gli effetti sui mercati di avvenimenti come guerre e bolle finanziarie.

Tutti i mercati orso cominciano come correzioni.

Poi però la discesa non finisce lì e si crea gradualmente una spirale di negatività trascinata dal peggioramento del sentiment e dei dati/eventi in corso (economici o non). 

Inoltre, i mercati orso non hanno una durata prestabilita.

Alcuni possono durare decenni (ad esempio il mercato azionario giapponese post 1989), altri alcune settimane e altri alcuni mesi.

Ma ‘sto mercato orso è un fenomeno così frequente?

Non possiamo certo sapere in futuro, ma ti posso dare qualche dato storico.

Prendiamo il mercato azionario americano, il più grande al mondo.

Dal 1928 al 2021, il crollo medio annuo (dai massimi) registrato dall’indice S&P 500 è pari al -16,3%.

Durante due terzi di quell’arco temporale, l’indice a un certo punto ha registrato almeno un crollo a doppia cifra (come puoi vedere nella tabella in basso).

Togliendo i decenni intercorsi tra le due guerre mondiali (particolarmente negativi) e quindi partendo dal 1950, durante gli ultimi 72 anni l’S&P 500 ha attraversato 36 correzioni (ribassi inferiori al 20%) e 16 “mercati orso” (ribassi superiori al 20%).

Quindi un mercato orso è arrivato in media ogni 4-5 anni.

Lo puoi considerare frequente o meno, ma è un fenomeno con cui un investitore è costretto a fare i conti.

Considera che anche durante un mercato orso avvengono dei rialzi, o per meglio dire dei “rimbalzi” dei prezzi che però si rivelano non duraturi e finiscono per sprofondare nuovamente.

Affrontare un “crollo” netto e veloce (stile marzo 2020, per intenderci) è diverso che affrontare un mercato orso fatto di tanti ribassi intervallati da (false) ripartenze (come quello del 2008).

Ribassi e rialzi che si alternano furiosamente confondono parecchio chi fa trading e rendono nervosi (a dir poco) anche gli investitori che buttano l’occhio sui più brevi movimenti del mercato.

Prima di parlare della “costante” di un mercato orso, ti ricordo una cosa che ho saltato all’inizio.

I crolli sono una qualità intrinseca dei mercati, non sono un suo “difetto” o un “malfunzionamento”.

Così come durante l’allenamento senti un male cane quando le tue fibre muscolari si rompono per poter diventare più forti di prima, allo stesso modo i mercati scendono per riequilibrare gli eccessi di euforia o distribuire profitto agli speculatori e dando ghiotte opportunità agli investitori.

La “costante” di tutti i mercati orso

Riepilogando le caratteristiche del mercato orso: è un brutto crollo dei prezzi, che non sappiamo quando può arrivare, non sappiamo quanto può durare e non ne sappiamo le cause.

Però, se c’è qualcosa che rimane “costante” in tutti i mercati orso della storia è la reazione emotiva che provoca negli investitori.

Hai presente il famoso detto della finanza “Sii avido quando gli altri hanno paura”?

Eccellente consiglio, che però sottovaluta enormemente l’influenza del nostro ancestrale istinto di fuggire di fronte a situazioni di dolore e pericolo.

In fondo, la storia dei mercati si basa su centinaia di anni di dati, ma il nostro istinto è stato forgiato nel corso di milioni di anni di evoluzione.

Quindi puoi immaginarti quale dei due fattori riesca ad avere la meglio nella nostra testa.

Il fatto è che mentre il mercato sta salendo più o meno tutti sono portati a considerare un ipotetico crollo del 30% come una superlativa opportunità di acquisto o almeno come un evento sopportabile.

Però, un conto è la situazione “ipotetica”, un altro è vivere sulla propria pelle un ribasso dell’ordine di un terzo del proprio investimento.

Quando l’ipotesi diventà realtà, realizzi che “essere avidi mentre gli altri hanno paura” è più facile a dirsi che a farsi.

Durante un mercato orso, l’incertezza semina paura e degenera in panico, portando una marea di investitori a svendere i propri investimenti (spesso e volentieri sui minimi).

Infatti, considera che l’aggressività di un crollo non è necessariamente causata dalle prospettive negative sul mercato, ma piuttosto dal desiderio degli investitori di scappare da una situazione che provoca dolore e paura, ovvero vedere il proprio portafoglio in profondo rosso.

Le perdite, come accennavo prima, provocano una reazione intensa quanto il dolore fisico e la sensibilità a questo dolore è diversa da persona a persona.

Dolore con il quale l’investitore impara a convivere perchè la “linfa” di cui si nutre il mercato e che genera guadagni è la volatilità (ovvero le oscillazioni dei prezzi).

Puoi considerare la volatilità, molto marcata durante un mercato orso, come il prezzo del biglietto per partecipare alla raccolta di guadagni più grossi.

Come ti accennavo all’inizio, i ribassi sono momenti, che se gestiti correttamente, ti fanno guadagnare l’equivalente di anni di mercati rialzisti. 

Perché se stai facendo un Pac i ribassi ti permettono di accumulare a prezzi sempre più convenienti, con una prospettiva di rivalutazione maggiore.

Mentre, se hai della liquidità ancora da impiegare puoi acquistare a prezzi scontati titoli che tenevi d’occhio da tempo e dai quali ti concedi la possibilità di “spremere” un valore maggiore.

Però, l’altra faccia della medaglia è che la volatilità può ingannarti, innervosirti e aumentare la possibilità che tu commetta un errore.

Il modo corretto di affrontare un mercato orso

Abbiamo visto le diverse caratteristiche di un mercato orso, ma tu ne hai mai attraversato uno (intendo, con i tuoi soldi investiti)?

Se la risposta è no, quello che hai letto finora ti suonerà esagerato o scontato. 

Se la risposta è sì, sai bene che il mercato orso non è un evento da prendere sottogamba (più per la propria reazione all’evento, che per l’evento in sé).

Che tu sia un neofita o un esperto, rischi di incappare in grossi errori, come liquidare tutto, farsi travolgere dall’activity bias, investire a caso e investire troppo.

Quindi, come puoi affrontare in modo corretto un mercato orso?

1) Conosci te stesso

Se hai già attraversato un mercato orso, hai un piccolo vantaggio perché ne hai già esperienza.

Pensa alla reazione che hai avuto in passato come al miglior indicatore, seppur imperfetto, di come reagirai anche nel prossimo mercato orso.

Se hai commesso degli errori è possibile imparare a non ripeterli (anche se non è così facile).

Però, anche chi non ne ha mai attraversato uno, può prepararsi ad affrontare un mercato orso, testando e imparando a conoscere il proprio livello di tolleranza al rischio.

Non è facile “conoscere se stessi” (o meglio comprendere la propria reazione di fronte ai movimenti di mercato), ma un consiglio è quello di ragionare sempre in termini di numeri assoluti.

Mi spiego meglio.

Durante un crollo di mercato, un investitore comprende cosa sta accadendo sui mercati guardando i “movimenti percentuali” degli strumenti sui quali ha investito, ma prende decisioni sulla base dei “numeri assoluti”, ovvero quanti quattrini ha investito.

Quando prendiamo decisioni sui nostri soldi non ragioniamo in termini percentuali ma in termini di numeri assoluti.

Questo è ancora più vero, quando si tratta di perdite.

Un calo del 40% può significare un calo di 40 mila euro (su 100 mila euro investiti) o un calo di 4 mila euro (su 10 mila investiti) e così via.

Come puoi vedere la percentuale è la stessa, ma capisci che c’è una bella differenza tra i numeri relativi e i numeri assoluti che eserciteranno un impatto diverso sui tuoi nervi.

2) Tieni da parte della liquidità

Abbiamo già accennato qualcosa sulla liquidità.

La liquidità ti consente di affrontare un mercato orso con maggiore tranquillità perché ti serve sia in caso di emergenza, che per ulteriori investimenti nel lungo termine (oltre che per gli acquisti programmati di brevissimo termine).

Avere liquidità durante un mercato orso, da una parte ti evita di dover svendere i tuoi investimenti durante il crollo dei prezzi e dall’altra ti consente di fare acquisti sul mercato a prezzi scontati.

La liquidità è il bastione della prudenza nel campo degli investimenti, ma anche qui “il troppo stroppia”.

Liquidità totale o a livelli eccessivi ti danneggiano, al contrario livelli di liquidità coerenti con la tua situazione finanziaria ti rendono disponibili maggiori opzioni di scelta.

Infatti, una corretta e ben bilanciata strategia di investimento prevede sempre che una determinata parte del patrimonio rimanga liquida.

3) Segui una strategia

L’arrivo di un mercato orso non è questione di “se” ma di “quando”.

Quindi è bene tenerlo in considerazione quando si investe.

Durante un mercato orso, senza una strategia l’incertezza non viene compresa e la paura domina qualunque scelta.

Senza una strategia non puoi sapere dove è importante che tu rimanga prudente perché non puoi permetterti di perdere e dove essere più aggressivo perché vuoi guadagnare e puoi permetterti di rischiare. 

Solo con una corretta pianificazione e strategia avrai il tuo patrimonio organizzato in cassetti di investimento sulla base dei tuoi diversi obiettivi, del diverso grado di rischio e del diverso orizzonte temporale.

Per affrontare con assoluta freddezza un mercato orso è fondamentale avere una strategia finanziaria adeguatamente diversificata.

Un processo di risparmio e investimento che sia abbastanza resiliente da attraversare anche profonde correzioni dei prezzi.

La soluzione per costruire quella strategia è Plannix, il processo di pianificazione finanziaria pratico che ti aiuterà a riprendere e rimanere in controllo della tua finanza personale, anche durante i periodi più negativi.

di Paolo Di Domenico

Financial Market Analyst di Lixi Invest

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