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Come investire in tempi di guerra

di Paolo Di Domenico

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Se ti chiedessi di condensare il periodo che stiamo vivendo (a livello politico, economico e sociale) in una sola parola, quale sarebbe?

La risposta sarà molto soggettiva perché dipenderà da dove vivi, che fase della tua vita stai attraversando, la tua situazione familiare e lavorativa, insomma tutti fattori molto personali.

Tuttavia, siamo più o meno tutti travolti dalle stesse notizie e messaggi, che oggi sembrano ancora più cupi di ieri.

Febbraio-marzo 2022, secondo anniversario dallo scoppio della pandemia, sarà un periodo ricordato per lo scoppio di un evento altrettanto drammatico, il conflitto in Ucraina.

Di fronte a certi eventi è come se l’atmosfera intorno a noi si impregnasse di pensieri negativi, portandoci a riflettere su quali saranno le conseguenze.

Riprendendo la domanda iniziale, dal punto di vista di un investitore (ma non solo) il periodo che stiamo vivendo potrebbe essere condensato nella parola “ansia”.

Perché “ansia”?

Non ci troviamo ancora in uno stato di paura o panico (perchè sarebbe evidente dall’andamento di diversi strumenti finanziari), però non siamo più nemmeno semplicemente “preoccupati” (questo semmai era il clima di qualche settimana fa, prima che scoppiasse il conflitto in Ucraina ed erano altri i fattori all’ordine del giorno).

L’investitore che oggi si trova a riflettere sul futuro è probabile che si trovi in uno stato di ansia, di profonda preoccupazione e irrequietezza, che a lungo andare sfiancherebbe anche il più imperturbabile monaco tibetano.

E chi, invece, si trova sul punto di compiere i primi passi negli investimenti rischia di rimanere impietrito dall’incertezza e chiudersi a riccio, rinunciando ancor prima di iniziare.

Mi piacerebbe dirti che c’è un modo infallibile per eliminare questo stato d’ansia e non lasciare che influenzi le decisioni che prendi sui tuoi soldi, ma non è così semplice.

Anche se non è semplice, è naturale chiedersi: 

Come posso mi posso proteggere dalla guerra?

Prima, una dovuta precisazione.

Quando parlo di “proteggersi” intendo proteggere la propria situazione finanziaria (che non è sicuramente l’unico aspetto che conta nella vita, ma ne è un pilastro fondamentale).

Nel mondo finanziario esistono delle strategie chiamate di “protezione” (strategie di hedging o di copertura), ma non sono infallibili e sono molto complesse da gestire.

Ci sono però dei comportamenti in grado di rafforzare il nostro “margine di sicurezza” (anche se non potrà mai essere totale).

Andiamo ad analizzare il rischio guerra, dal quale in questo momento particolare gli investitori sentono il bisogno di coprirsi.

Rischio guerra e speculazione

Quando si parla di “guerra” chiaramente esistono minacce ben più gravi di quelle che corrono i tuoi soldi, ma vanno ben oltre i limiti di questo articolo.

Perciò quando ti parlo di “rischio guerra”, mi riferisco a cosa può succedere ai tuoi soldi mentre nel mondo si sta svolgendo un evento geopolitico di un certo calibro, come quello a cui assistiamo oggi in Ucraina.

Il “calibro” di un evento geopolitico, ovvero il potenziale impatto che quell’evento può esercitare sui mercati finanziari globali, dipende da vari fattori, primo fra tutti quali nazioni sono coinvolte.

L’evento geopolitico che preoccupa tutti al momento coinvolge in prima battuta Ucraina e Russia, ma saprai di certo che non si ferma certo lì.

Embarghi, sanzioni, deterioramento dei rapporti commerciali, finanziari, politici e diplomatici, formazione e rotture di alleanze, distruzione e blocco di certi settori economici.

Le implicazioni di un conflitto che coinvolge diverse potenze globali sono numerose.

Tutto quello che si porta dietro un conflitto come quello attuale è inevitabile che nel breve periodo finisca per influire anche sui mercati finanziari.

Ed è incontrovertibile che molti investitori provino a specularci sopra.

Dopotutto, condizioni tumultuose si possono tradurre in opportunità di speculare sui mercati finanziari perché in genere la volatilità (le oscillazioni di prezzo) viene mandata alle stelle.

Sul nostro gruppo Facebook Wikilix, il più grande gruppo di finanza personale in Italia, ho di recente parlato di quali fossero le possibili speculazioni che possono far gola durante questo specifico conflitto.

Ad esempio, l’azionario russo in picchiata e/o il cambio rublo-dollaro in caduta libera, così come l’interesse verso i titoli della difesa, le materie prime (come petrolio e grano) e ovviamente l’oro.

La tentazione che esercitano queste speculazioni è comprensibile, in quanto l’immediata reazione di questi strumenti è stata abbastanza da “manuale”, in linea con la natura dell’evento in corso (azionari ↓, titoli della difesa ↑, preziosi ↑, materie prime ↑, dollaro ↑).

Ma si tratta di speculazioni rischiose anche per i trader più esperti.

Cercando di acchiappare questi trend speculativi, si rischia di entrare alla fine della fiammata speculativa (che il più delle volte si rivela la più rovente) e che il trend si ribalti di 180° in un batter d’occhio senza dare possibilità di reagire.

Il movimento del petrolio nel giro di due settimane è lampante (e non è stato l’unico a fare salti acrobatici di questo tipo).

Rischio guerra e protezione

Sul rischio guerra non è difficile solo speculare, ma anche proteggersi.

Premesso che lo scoppio di una guerra non è facilmente prevedibile, dobbiamo ricordare che tutto sommato il mondo è stato più in guerra che in pace nel corso della nostra storia (anche solo guardando agli ultimi 100 anni o 50 anni).

Perciò in generale la guerra non è un evento del tutto inaspettato.

Aspettarselo, però, non significa che sia facile proteggersi perché il rischio guerra non viaggia mai “per conto suo”.

Il rischio guerra è collegato ad altri rischi, come l’inflazione, la svalutazione valutaria ed il crollo di mercato azionario e obbligazionario (oggi ne siamo testimoni diretti).

Questo rende il tentativo di “copertura dal rischio guerra” piuttosto macchinoso perché i risvolti di un conflitto come quello attuale aprono scenari ignoti, in parte immaginabili ma incerti.

Allora esiste un modo per proteggersi da un intreccio così complesso di rischi?

Prima ti ho detto che non esiste una protezione perfetta.

Però, un mix di diversificazione e preparazione emotiva possono ragionevolmente aiutarti a proteggere i tuoi soldi anche davanti al “rischio guerra”.

La parola “diversificazione” è come il prezzemolo, la trovi un po’ dappertutto.

Ma con ragione perché è un concetto importante da applicare alla gestione dei propri investimenti.

E’ un tema di cui parliamo spesso e per non sembrare ripetitivo ti faccio solo riflettere su un aspetto.

Cosa sarebbe successo se oggi avessi tutti i soldi investiti nell’ETF MSCI Russia (o simili)?

Esempio estremizzato ovviamente, ma allo stesso tempo prova a pensare a quanti investitori italiani investono esclusivamente sul mercato domestico in pieno home bias.

Questo esempio ti fa capire immediatamente quanto sia importante diversificare i tuoi investimenti (tra zone geografiche, valute, asset class e così via).

Un’attenta diversificazione fa la differenza tra la rovina e l’equilibrio del tuo portafoglio.

Anche la preparazione emotiva conta.

L’atteggiamento e l’emotività con cui gestisci i tuoi soldi sono altrettanto (se non più) importanti della loro effettiva amministrazione.

A cosa ti serve avere i più efficienti e diversificati strumenti di investimento, se poi preso dal panico li vendi al primo ribasso?

“I nemici più grandi di un investitore sono le commissioni e le emozioni” ha detto una volta Warren Buffett.

La tua reazione davanti ai movimenti di mercato e la disciplina che applichi nella gestione dei tuoi soldi è quello che più influisce sull’esito del tuo investimento.

Forse avrai già sperimentato che non è affatto facile “domare” le proprie emozioni ed essere razionali quando ci troviamo davanti a uno scenario molto sfavorevole (o molto favorevole).

Ogni tot di tempo appaiono sempre delle “buone ragioni” per vendere i nostri investimenti.

Ma come mostra il grafico dell’S&P 500 qui sotto, non si rivelano mai scelte ottimali per la propria prosperità finanziaria.

Anche nello specifico caso di conflitti armati e shock geopolitici, i dati storici ci dimostrano la resilienza del mercato azionario.

Le tabelle che seguono, elaborate dalla LPL Research, mostrano qual è stata la reazione dell’indice S&P 500 durante alcuni degli eventi di maggiore shock geopolitico (come l’attacco a Pearl Harbour, la Crisi dei missili di Cuba, l’attacco alle Torri gemelle).

Questi dati storici ci mostrano che le probabilità sono a nostro favore quando scommettiamo sulla creatività e il progresso umano che il mercato azionario rappresenta (anche davanti a eventi terribili e titoli di giornale minacciosi come quelli di questo periodo). 

Questi dati storici ci aiutano ad essere “ragionevolmente ottimisti”.

Che non significa pensare che “tutto andrà sempre a gonfie vele”, ma essere convinti che le probabilità di raggiungere un buon risultato siano in nostro favore nel corso del tempo, anche se nel frattempo incontriamo degli ostacoli lungo la strada.

In altre parole, un investitore ragionevolmente ottimista è consapevole che le cose potrebbero mettersi male, che ci saranno recessioni, mercati ribassisti, guerre, panici e pandemie.

Nonostante questo, rimane ottimista perché si è sforzato di creare un piano finanziario e di adottare un approccio mentale tali da fargli attraversare anche i momenti più bui.

Non ti sto dicendo che te ne devi fregare di quello che succede intorno a te e rimanere “passivo”, ma rimani concentrato su quello che puoi effettivamente decidere, pianificare e controllare.

Infatti, quando ti sforzi di rimanere ragionevolmente ottimista, sei in grado di rimanere consistente e seguire il tuo piano (sempre che tu ce l’abbia).

Perseveranza e orizzonte temporale è infatti quello che distingue gli investitori che hanno un piano da quelli che vanno allo sbaraglio.

E’ quello che distingue gli investitori consapevoli dei rischi e che li utilizzano per ottenere un rendimento (sapendo che il rendimento è il premio che si ottiene in cambio del rischio preso), dagli investitori ansiosi che, illudendosi, cercano di proteggersi da tutti i possibili rischi.

Se un piano ancora non ce l’hai, forse è il momento di approfondire cosa significhi costruire una solida e adeguata pianificazione finanziaria individuale, basata sul tuo profilo di rischio personale sui tuoi reali obiettivi di investimento.

Plannix, il nostro processo, pratico e completo, di pianificazione finanziaria, ti insegnerà ad essere completamente autonomo e sicuro nella gestione dei tuoi soldi e dei tuoi investimenti, permettendoti di affrontare con serenità i rischi futuri, anche quelli che sembrano più incombenti e impattanti.

di Paolo Di Domenico

Financial Market Analyst di Lixi Invest

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